AS-IS / PUMA BLUE (ALICE BLOOMFIELD)

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TENEBRA E DELIZIA.

Sera tarda. La città deserta. I negozi con le serrande abbassate. Un cane randagio nel vicolo vicino. Un uomo all’angolo della via.

Una sigaretta tra le labbra – la seconda? La ventesima? – e una nuvola di fumo che disegna un alone chiaro nel manto della notte, prima di dissiparsi per sempre.

Una malinconia che assale i sensi, senza una ragione specifica; proprio per questa sua indescrivibile vaghezza, tanto amara quanto rasserenante.

Voglia di solitudine, di starsene a tu per tu coi propri pensieri, a soppesare la vita e l’esistenza nei parametri concreti e materici delle strade d’asfalto e dei muri di cemento.

Voglia di scrivere poesie, dopo aver sradicato dalla memoria ogni parola nota del vocabolario.

Voglia di fare musica senza aver mai preso in mano uno strumento, di cantare senza emettere un suono, di ascoltare l’armonia di un silenzio che non è mai davvero tale.

Il tempo non ha valore né peso, come un istante congelato nell’eternità.

Eh, sì, ci sono quei momenti in cui avverti il buio come un compagno su cui poter contare, nonostante il suo aspetto tetro e misterioso.

Si chiamino pure vampate di darkeggiamenti tardo-adolescenziali, ma a volte capitano, e in quei frangenti ci si sente insolitamente sensibili, profondi, come se il filosofo latente che risiede negli oscuri anfratti dell’animo si ridestasse improvvisamente dal sopore, reclamando i suoi cinque minuti di gloria.

Il video animato dall’illustratrice inglese Alice Bloomfield sembra far tesoro di queste sensazioni, riversandole in un breve poema intimista che tinge la cupezza di magia surreale, amalgamando inquietante onirismo e pace sepolcrale, con un pizzico di ironia a speziare il composto.

Il tratto grezzo dei disegni richiama lo stile schietto e verace dell’underground, sbandierando un solido gusto grafico per le forme naif e per le pigmentazioni insature; già a una prima occhiata rifulgono i riverberi impressivi di un quadretto metropolitano in movimento, sospeso tra il sogno e il mondo tangibile.

Un perfetto contraltare visivo al brano di Jacob Allen (in arte Puma Blue), che nel suo ermetico e dimesso sperimentalismo, nella sua ricercata estemporaneità, nel suo caloroso e mesto spoken-word, pare davvero uscito da uno di quei bar semivuoti aperti fino a notte fonda.

Luogo di ritrovo di insonni inguaribili, disperati bevitori e artisti squattrinati il cui sussurro si rivela assai più penetrante di qualsiasi grido.

È proprio in un locale del genere che il giovane protagonista del clip si ritrova, dopo aver vagabondato senza meta alla luce dei lampioni, accompagnato solamente dalla propria ombra.

Un’ombra fuori dal comune, senza dubbio: quasi fosse la materializzazione fisica e autocosciente di quella nuance tenebrosa che risiede in ciascuno di noi, essa sembra flirtare col ragazzo, indirizzandolo verso un posto preciso. Un bar, per l’appunto.

L’idea che si ha osservandone l’interno è che David Lynch potrebbe girarvi un intero film senza ricorrere ad alcun tipo di artificio cinematografico.

Sedie e tavolini fluttuanti, un rosso purpureo onnipresente, una band di uomini pesce che si esibisce in un cantuccio del palco…

Forse un po’ stranito, ma di certo non spaventato, il nostro nottambulo dà una rapida occhiata all’ambiente, poi si dirige con nonchalance verso l’uscita e oltrepassa la soglia. A questo punto la sua mirabolante ombra si spalma con serpeggiante sinuosità sulla parete dietro di lui; lo avvolge in una sinistra carezza di addio, accogliendolo per un attimo nel nero dell’irrealtà; dunque si dilegua come un fantasma.

Lasciato a se stesso, il giovane si focalizza sul manifesto sgualcito che adorna un muro grigio lì accanto: è la raffigurazione di un’onda marina. Anch’essa scura come il nulla.

L’immagine prende vita, e il solingo osservatore vi si immerge letteralmente, passeggiando lungo la spiaggia di pece. Una silhouette nell’oblio, che si allontana verso la fine dell’universo percettibile.

Ha trionfato la tenebra, a quanto pare.

Ma in fondo, come dissero Simon e Garfunkel, la tenebra non è altro che una vecchia amica.

PUMA BLUE. ALICE BLOOMFIELD. 2018.

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