THE MUSIC SCENE / BLOCKHEAD (ANTHONY FRANCISCO SCHEPPERD)

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HIP-HOP ASTRATTO CON VISIONI ALTAMENTE PSICHEDELICHE

Blockhead: nome di culto nella scena rap e downbeat vista la sua prolificità come dee-jay, produttore musicale e musicista. Fin da adolescente era un appassionato rapper, ma dopo l’incontro con Aesop Rock alla Boston University ha avuto l’illuminazione di smettere di rappare per darsi totalmente alla produzione musicale. Così nel 1996 produce il primo demo di Aesop Rock, collaborazione che continua ancora tutt’oggi. Nel mentre come produttore è arrivato a 120 uscite, fra dischi e singoli di rapper fra cui quelli della Definitive Jux. In parallelo a questa attività, nel 2013 produce il suo primo disco solista, e nel giro di soli 10 anni mette in commercio ben 18 album su etichette come Stones Throw Records e Ninja Tunes fra le altre. Insomma se si parla di hip-hop non è proprio l’ultimo arrivato.

Il video è a cura di Anthony Francisco Schepperd che ha una formazione tradizionale in pittura così come un grande amore per l’animazione dove riesce a creare vere e proprie opere d’arte uniche e originali. Dal 2009 anni ha costruito una carriera come regista e animatore freelance, utilizzando l’animazione 2D per arricchire progetti commerciali e personali. I suoi disegni di pulsano di energia, di vitalità, sfumano veloci una immagine in un’altra, in un ritmo al cardiopalma dentro un lisergico flusso di coscenza. 

La musica parte con un bel sample anni ’60 di voci, con percussioni che si sommano fino a creare un delicato intrico ritmico che apre al beat in battuta lenta dove fioriscono a profusione sint psichedelici virando questo hip-hop strumentale verso lidi che non ti saresti mai aspettato. Stiamo ascoltando hip-hop psichedelico-strumentale? Ebbene sì, proprio così. Un suono acido, dove un sample di tromba diventa un loop, e il controcanto di chitarra pizzicata crea un intrico che ipnotizza e ti porta dentro la sua musica ad alto tasso di visionarietà. Voci campionate, pianoforti e flauti si sommano portando avanti l’effetto ipnotico per tutta la traccia. E’ come se mani sapienti e delicate riuscissero a guidarti in un lungo viaggio allucinogeno.

Il video parte con un mondo spento virato profondo blu, piante tentacolari crescono su vecchi schermi rovinati e spenti, poi un colpo di luce e dagli schermi spunta un enorme occhio che si guarda intorno. Dagli schermi questi rami/tentacoli si fanno avanti fino ad un’enorme poltrona e in breve costruiscono una sagoma umana che appare più come una sorta di “mummia”, poi i rami/tentacoli allungano alla mummia un telecomando. Un daino si liquefà per poi ricrearsi deformato, in esplosioni continue di colori. Una luce improvvisa illumina lo sfondo, dove gli animali della foresta guardano incuriositi la scena. I tentacoli si trasformano in gambe/radici e gli schermi prendono una forma sferica muovendosi nella foresta piantando alberi ad ogni passo. La sfera di schermi esplode ripetutamente in mille colori mentre compaiono pavoni scintillanti, poi tramite un raggio attira a sé tutti gli animali dei dintorni che mutano continuamente di forma sfumando e distorcendosi l’uno nell’altro. Un ammasso circolare di colori e animali fluidi è intorno alla sfera di schermi. 

In una atmosfera viola qualcosa di impalpabile si muove. Onde di colori, La faccia di un umano dal volto perso, un cuore che batte a tempo di musica e illumina tutto, gli animali che per brevi momenti si liberano e poi ritornano in un unicum di colori sgargianti. Un elefante cammina e si disfa in mille colori per trasformarsi in un panda distorto, deforme e multicolore. Tracce di colori vagano nel cielo, e nodi si creano e disfano tutto fino a che è un dito preme il telecomando. Esseri umani passo dopo passo creano se stessi in una lenta marcia in questo mondo distopico, d’un tratto tutti si siedono sul divano di fronte allo schermo che mostra immagini in loop.

Schermi solitari si animano e con il loro occhio guardano la sfera di schermi che ormai ha ipnotizzato tutti gli umani che un istante dopo esplodono in risate deformi e sfilacciamenti di tessuto umano. Uomini blu cadono nel buio e la testa si inserisce dentro un unico monitor. La sfera di schermi lancia ondate di colori che creano umani, imprigionano animali, poi un uomo d’oro guarda solo lo schermo mentre intorno il buio e la devastazione la fanno da padroni ma lui non ci fa caso. Dalla testa dell’uomo escono animali in fuga, l’uomo ride mentre si distrugge creando decine di animali. 

Un uomo con lo schermo al posto della testa viene nutrito dalle radici/tentacoli, da cui emerge una faccia triste che fissa il terreno mentre lo sguardo cambia colore, i tentacoli si ritraggono, “black out” e l’uomo si affloscia a terra,mentre gli altri monitor “sfarfallano un commiato” e da lontano un daino multicolore guarda immobile il tutto. Il mondo di Anthony Francisco Schepperd è assolutamente unico, imprevedibile, così come molto preciso e chirurgico nella metafora uomo + schermo = distruzione di massa.

BLOCKHEAD. ANTHONY FRANCISCO SCHEPPERD. 2009.

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