THE BEAUTIFUL PEOPLE / MARILYN MANSON (FLORIA SIGISMONDI)

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ESTETICA DELL’ORRENDO

Tanti scandali, satanismo, sadomasochismo, riferimenti a totalitarismi e fissazioni per divise oscure e segni in simil svastica e poi occultismo, rabbia per la religione, riferimenti nietzschiani non proprio ben interpretati e poi trucco a non finire e trasformazioni del corpo: Marylin Manson è sostanzialmente molto brutto…

Brutto che si è pure abbruttito in video e concerti. Si è reso il corpo asessuato, si è distorto l’aspetto aggiungendo metalli e occhi animali e spiritati, si è allungato, strizzato, sporcato in ogni modo.

Additato come colpevole ogni volta che in America c’è una strage in una scuola, lui, non le case di produzioni di armi…

Non provo particolare attrazione o simpatia per il personaggio. La musica che fa è spesso un rock molto glamour che fa battere il piede a tempo ma siamo lontani da veri suoni distorti e disturbanti che stanno veramente contro il mercato o gli standard commerciali.

Ma c’è qualcosa che mi attira. Molti suoi video hanno un taglio e un’estetica particolare e di questi forse “The beautiful people” è il più rappresentativo.

C’è un’estetica del brutto, in senso espressivo e a volte espressionista. Il taglio surreale di questo video mi riporta alla mente echi alla David Lynch ma anche alla Robert Wiene de “Il gabinetto del dottor Caligari”.

Un’estetica che scuote e mette in crisi il bello manierato dell’America perfetta e performante di oggi. Un video che sbatte contro quella patina posticcia di bellezze da spiaggia con la quale vogliono farci credere che questa realtà lucidata, patinata di finto, sia portatrice di salute, benessere, sani e buoni principi di vita fondata su saldi e onesti valori morali: tutta una porcata!

Il bello che ci viene propinato è quella mano di vernice che nasconde i vermi e la morte, è quell’aggiustatina, quella tiratina di rughe, quel fard messo su una morte che avanza. Paccottiglia ipocrita e conservatrice.

È la regista Floria Sigismondi a mettere il suo stile e rendere destabilizzante o, se non altro, almeno un po’ “contro” questo brano. Lei, fotografa e artista visiva, ha un taglio cupo e curioso, innovativo, inquietante. Il video è un fulmine, ha un montaggio serrato e di intenso ritmo. Le immagini distorte, percepibili solo attraverso le nebbie dell’alterazione oculare. È un video materico e brutale.

Le distorsioni espressioniste agiscono emotivamente, ci colpiscono e ci inquietano. Viene ricreata una realtà irreale, distorta, rarefatta e allucinatoria. Il contenuto si lancia in richiami misteriosi e soprannaturali, evocazioni dal regno delle ombre o delle creature del male. Queste modalità stilistiche esasperate e deformate sono alla ricerca di sensazioni ed emozioni forti, contrastanti.

In un edificio fatiscente e abbandonato, dal gusto di vecchio ospedale psichiatrico o un carcere dismesso, figure mostruose e fluide, si muovono a scatti e in modo incontrollato. Brutte facce bestiali e disgustose. Si legge la violenza e la ripugnanza. Due figure femminili, come ectoplasmi danzano e mentre si muovono in modo sgraziato a tempo diventano sempre più alte, i loro corpi si allungano. Il resto è un collage di vermi e bambole, apparecchiature mediche, marchingegni elettrici antichi. Un lungo e losco figuro procede tra gente svuotata e inerme che lo segue fino a trasformarsi in una parata di corpi vuoti e senza volontà.

L’atmosfera è quello delle wunderkammer dell’ottocento più affascinanti per il loro cupo e pittoresco aspetto mostruoso che per il contenuto dal taglio pseudoscientifico ma spesso intriso di quel feticismo da collezionista che più che raccontare tracce di vita del mondo ne racconta la sua cupa morte…

Questo video, sporco e disturbante, è un’accusa a tutta quella bella gente che ci circonda, le belle famiglie della pubblicità, il bel mondo degli spot elettorali, la bella e lucente televisione di gioventù e ricchezza. Questo video con la sua visione oscura e complicata, riporta un po’ di equilibrio con tutto questo sconvolgente bello che dilaga e ricopre come cartapesta un mondo brutale e infame. Questo video, nel suo piccolo, combatte questo bello che narcotizza il nostro sguardo restituendoci un’idea falsa e drogata di una realtà attuale indiscutibilmente orrenda.

MARILYN MANSON. FLORIA SIGISMONDI. 1996

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