ROBOT IN CERCA DI AMICIZIA.
In una passata atmosfera fiabesca, dominata da strumenti analogici (spremiagrumi a leva, tv a tubo catodico, sveglie a carica manuale, macchine da scrivere col nastro), il robot modello numero “2.7 XO 17”, che dà anche il titolo al primo video tratto dall’album “Bones” del trio berlinese Fenster, è programmato per accendersi alle prime luci dell’alba e iniziare la sua routine quotidiana.
ON.
Spremuta d’arancia, pane in cassetta con burro e marmellata, bicchieri e piatti bordati in oro, serviti in camera da letto sopra un elegante vassoio di metallo.
La coppia di umani, apparentemente addormentati, non si desta al suono della sveglia e il robot mostra un leggero disappunto, ma i compiti per i quali è programmato lo distolgono da quell’emozione e lo richiamano al dovere: “Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani”, Seconda Legge della robotica di Asimov.
Inizia a lavare le stoviglie, passare l’aspirapolvere sul pavimento, annaffiare le piante, raccogliere le briciole…ma ops, un imprevisto: uno scarafaggio morto sul tavolo attira la sua attenzione, lo raccoglie e, tenendolo adagiato sul palmo della mano, lascia l’appartamento, scendendo le scale quasi fluttuando.
Appena fuori dall’androne, i suoi occhi incrociano solo morte: un uomo allungato su un prato, una coppia accasciata su una panchina con i visi rivolti al cielo.
Lo sguardo demoralizzato del robot si allunga, in cerca di vita. Sorpresa! Sul marciapiede appare un altro robot di cartone, identico a lei. Fattezze che ricordano l’Uomo di latta nel “Mago di Oz”.
Un sorriso e un unico desiderio: raggiungere 2.7 XO 17. Toccarla, come farebbero gli esseri umani quando si incontrano: si abbracciano per scaldarsi il cuore.
OFF.
“Un robot deve proteggere la propria esistenza”. 2.7 XO 17 è contravvenuta alla Terza Legge della robotica ma, forse, Bryn Rhys Chainey, regista londinese che ha diretto il video, ha voluto donare al robot sentimenti umani, offrendogli la meraviglia della vita, costellata di emozioni e, subito dopo, la morte, perfettamente in linea con il testo della canzone prodotta nel 2012 dall’etichetta indipendente berlinese “Morr Music”.
FENSTER. BRYN RHYS CHAINEY. 2012.