BLESSED IN A FOREST.
“Colour is the Place where our brain and the Universe meet”. (John Berger)
A un cantautore, Bill Callahan, attivo dai primi anni ’90 e paladino del genere lo-fi, la cui canzone più famosa si intitola “Move to the country” non si poteva chiedere di meglio; un video che è puro ristoro, nessuna frenesia, nessun disturbo per i nonstri poveri sensi.
Cosa può esserci di meno disturbante, cinque minuti di immersione nella natura, musica dagli altoparlanti, la preparazione di un buon drink in perfetta solitudine.
Come costruirsi un benessere non fittizio, nessun device tecnologico in vista, giusto uno schermo tra il disordine di un grande tavolo pieno di cose. Come compagni un pappagallo e un placido piccolo cane.
Due coste di sedano sono perfette per suonare la batteria, le verdi cime degli alberi danzano divertite.
Una siesta e ancora un balletto tra le piante.
Un’amaca dondola con sopra il contenitore del colluttorio usato come fiaschetta per l’alcool da bere. Dallo schermo frammenti di immagini lontane nel tempo provano a dettare una trama che non regge. Tutto è sogno e non va interrotto, il tempo scorre come l’acqua fredda del fiume, le dita tamburellano una musica che è nella mente e un sorriso dilaga sullo stagionato volto del protagonista di questo magnifico party. Uno spazio intimo dal quale siamo simultaneamente proiettati verso le più ampie sfere dell’universo.
Come si esce da questo stato di godimento, forse a bordo di una moto di grossa cilindrata che sgomma tra le curve in salita?
Eh no, c’è un guscio di lumaca che ci attende, poesia in movimento, fila senza intralci e non c’è bisogno del casco.
Bene, i cinque minuti sono passati, possiamo tornare alle nostre vite di merda.
BILL CALLAHAN. MIKEY KAMPMANN AND ANTHONY GASPARRO. 2023.
