KARMA POLICE / RADIOHEAD (JONATHAN GLAZER)

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IL DESTINO CHE VIENE ALLE SPALLE. 

È arrivato il momento. Abbiamo rimandato fin troppo ma non lo si può più fare. Oggi parleremo di Karma Police. Non ne abbiamo mai parlato probabilmente perché siamo alle prese con sempre nuove uscite e mille altri stimoli ma queso è un film storico (notare il lapsus con video ma lo lascio come è venuto) dedicato ad’una tra le canzoni più importanti e famose dei Radiohead ed è quasi sicuramente il video clip musicale più conosciuto al mondo e più premiato, sia della band che del suo regista Jonathan Glazer

Quando è stato lanciato, oramai una trentina d’anni fa, l’impatto fu potente. La band si è sempre presentata in modo importante e provocatorio, ma con questo video ha mostrato anche il suo taglio inquietante.

L’atmosfera è ispirata, se non ricalcata, da film e registi importanti. Ci sono accenni alla David Lynch e ai fratelli Coen e la trama del video è proprio un thriller… 

Un uomo entra in macchina. Non lo vediamo perché per tutto il tempo la mdp ha l’occhio fisso sulla strada. La macchina parte e nella notte si vede la carreggiata dal parabrezza. Nel buio la macchina scorre in una strada di campagna senza incontrare nessuno che viene in direzione opposta. Nel suo andare, si trova davanti un uomo in pieno affanno che corre: scappa. Scappa chiaramente dalla macchina ed è in una fuga improvvisa e goffa. L’uomo in maniche di camicia scappa da una punizione o da una persecuzione. Dà subito l’impressione che scappi per un debito di gioco o perché amante scoperto da un marito geloso e il suo destino pare decisamente segnato.

La fine gli si avvicina e lo si legge anche nella sua faccia quando la macchina lo raggiunge.

Capiamo ben presto che la macchina non solo ha la funzione di inseguire ma anche quella di essere arma con la quale punire e uccidere.

La situazione è tesa. La fine pare chiara ma una cosa che aumenta l’inquietudine del racconto è che per un istante la telecamera si sposta e girandosi inquadra il passeggero nel sedile di dietro trasportato dall’autista sconosciuto che è un giovane Thom Yorke indifferente e placido a quel che sta per accadere. 

Il video, questo piccolo cortometraggio, questa piccola storia con una certa importanza narrativa, da buon thriller avrà un risvolto inaspettato e per chi si identifica sempre col debole, il risvolto sarà anche liberatorio. Non vi anticipo niente del finale perché se siete tra quei pochi che non l’hanno visto ve lo potrete godere come fosse appena uscito.

Il tentativo del video era, credo, quello di creare un’atmosfera cupa e inquietante grazie ad una telecamera fissa che non concede niente di più di quello che può inquadrare davanti a sé, come il racconto che non concede niente più, né antefatti né particolari, di quel che vediamo. Un (quasi) lungo piano sequenza che ci tiene col fiato sospeso e ci spinge a trovare da soli e inventarci un sacco di cause a giustificare l’accadimento ignoto che si svolge davanti ai nostri occhi 

Ipnotico e cupo. Narrativo e preoccupante, ancora un videoclip che anche se corto e musicato è degno di entrare a far parte della più importante e grande famiglia del vero cinema…

RADIOHEAD. JONATHAN GLAZER. 1997.

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