CALIFORNIA / CMAT (JAMES SLATER)

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SOGNANDO HOLLYWOOD.

Sballottata da una parte all’altra di un set teatrale in progress, la cantante irlandese Ciara Mary-Alice Thompson in arte CMAT, ci regala una divertente e ansiogena performance in una sequenza di situazioni fugaci e ben ritmati effetti scenici sincronizzati in uno stile a metà tra il cabaret e il musical d’antan.

Una girandola di azioni e reazioni mescolate in un crescendo emotivo che si esprime nelle buffe espressioni facciali della cantautrice che si muove in una routine alternando realtà ordinaria a sogni e prospettive. 

Come si ricava tra le righe di “California”, il brano di apertura di quest’ album, si tratta di una specie di diario di un’esperienza personale negativa legata alla fine di un amore burrascoso, che l’autrice sente di dover raccontare a tutti per riscattarsi dal torto subito e trasformare rancore e rabbia in orgoglio e autoaffermazione, immaginandosi una carriera da cineasta, dallo script alla realizzazione di un film con tanto di cast hollywoodiano, fino al trionfo, tra riflettori, lustrini e premi, sfilando sul red carpet della città del cinema per antonomasia.

La tecnica usata dal regista James Slater, con le coreografie che cambiano in modo repentino e con ansimante e sgangherata ironia, ricorda molto la messa in scena di una divertente commedia degli anni ’90, “Rumori fuori scena” di Peter Bogdanovich, omaggiato dalla stessa CMAT nel titolo di un brano nell’album precedente.

La personalità della “drama queen” CMAT (occhio ai live molto autoironici e altrettanto coinvolgenti) con il suo sound a tratti melodrammatico e malinconico, enfatico e zuccheroso, meravigliosamente retrò, azzardando un paragone, sono simili a quelli di una Kate Bush degli esordi immaginata nella Nashville degli anni ’70 / ’80.

“Crazymad, for me”, un concept album di 12 tracce eterogenee che riassumono le traversie sentimentali dell’autrice, con testi arguti, metafore, sprazzi di humor nero e di estraniazioni impossibili, ben arrangiate e impreziosite da archi “emozionali”, secondo un certo gusto demodé pop-country-folk, e, ovviamente caratterizzate dalla voce grintosa ma sempre duttile dell’estroversa folksinger.

CMAT. JAMES SLATER. 2023.

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