I’M NOT WHO YOU THINK YOU ARE / MILLIONAIRE (JONAS GOVAERTS)

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ALLA RICERCA DELLA VITA ETERNA.

Questo video fa parte di un “trittico concept video” a cura di Jonas Govaerts, e qui ci troviamo al cospetto della prima parte.

Millionaire è un nome altisonante per una band dell’underground belga, fondata nel 1999 da Tim Vanhamel (ex-chitarrista di dEUS e Eagles Of Death Metal nonché di una pletora di altri progetti) insieme alla band Evil Superstars (band underground degli anni ’90 Belga). Questa formazione viene generalmente definita “alternative rock” ma al suo interno si trova molto di più, influenze di ogni tipo dallo stoner-rock, fino al lo-fi e persino hip-hop.

La traccia “I’m not who you think you are” inizia mostrando il nucleo su cui verrà costruito tutto il resto, un loop di tastiera settata su strings a battere inarrestabili accordi in quarti e un beat hip-hop lo-fi. Entrambi i suoni sono stati deformati con una forte distorsione che porta il rullante a sfiorare il suono di un feedback. Dopo poche battute introduttive ruvide, l’ambientazione sonora cambia, e si va a sommare una chitarra satura, basso con batteria reale e una voce graffiante che si pone alla guida della traccia. La strofa è massiccia e la voce è incredibilmente mobile, mentre nel ritornello la struttura rimane la stessa mentre la voce dimezza il ritmo insieme alle chitarre e di tanto in tanto la voce ha stacchi di carattere puramente dub, che fa aleggiare parole nell’aria senza grazia, come nei vecchi sound-system jamaicani. Nel bridge tutto viene passato in un filtro basso che dà un’impressione come se la musica finisse sott’acqua e infine l’assolo è lungo e allucinato e viene raddoppiato da un cambio di tastiere in mentre un basso profondo sostiene la struttura.

Il video dalle tinte noir fin dall’inizio, giocando molto con ombre e sfumature, dal nero ne fuoriesce un’ombra incappucciata in un vicolo, arriva una macchina e l’ombra vi si avvicina. Avviene uno scambio, l’ombra allunga un mazzo di dollari e in cambio riceve un pacchetto. Il pusher chiude lo scambio con una risata che sa di pura follia. L’ombra incappucciata si muove agile nella notte, entra in un palazzo dell’aspetto oscuro, sale le scale, entra in casa finalmente al sicuro, anche se il vicino la spia con fare inquietante oltre che sospetto. L’ombra in realtà è una donna bionda e mal vestita che apre il pacchetto e ne tira fuori una bottiglietta piena di un liquido bianco. La situazione si fa spiacevole (per lei quantomeno) perchè prende in mano un trapano, e se lo avvicina alla faccia, (sì, avvicina un trapano acceso alla faccia) per poi andare a fare un foro nella parte che nella medicina orientale viene chiamata “terzo occhio”, ovvero poco più su della radice del naso perfettamente a metà fra i due occhi. Dopo aver forato il suo “terzo occhio” ecco che inizia a bere il liquido bianco, e nello stesso momento dal foro appena praticato parte un fascio di luce, come da una stanza di proiezione dei cinema. 

La ragazza fissa la proiezione ed è inquieta, si vede questa specie di divinità asiatica dalla pelle azzurra, dotata di sei occhi e corona piumata in testa, che guarda in faccia la ragazza e con un lip-sync perfetto canta pure il pezzo. Dietro a questa dinivinità scorrono mondi differenti specchiati in alto e in basso, fino a togliere la percezione di dov’è cosa, mentre dalla bocca della ragazza inizia a colare il liquido bianco e i suoi occhi sono ormai spenti nell’interpretazione di quanto guarda. Alle spalle di questa “divinità” vari mondi sfumano uno nell’altro e nel frattempo tutto intorno alla ragazza si è creata un’enorme pozza di liquido bianco…

Le cose cambiano all’improvviso e si vede la ragazza vestita con un completo da notte che in posizione fetale ruota dentro un pozzo profondo e la divinità ora con lunghissime unghie la chiama a sé. La ragazza si è trasformata in una bambina che sempre con la stessa apprensione fissa la proiezione mentre i vestiti le vanno molto larghi. La bambina vede se stessa urlare, stringersi le mani alla gola mentre la divinità non cessa nemmeno un attimo di cantare con il suo fare inquietante.

Il vicino di casa si incuriosisce e cerca di spiare quanto sta capitando all’interno senza riuscirci. L’inquadratura successiva mostra la bambina che come la sua se stessa immagine precedente mantiene la posizione del loto, guardando se stessa con occhi allucinati fissare il vuoto, poi se stessa da grande con bende negli occhi, respiratore e un tripudio di cavi sulla testa, mentre incessante dalla bocca della bambina continua a colare il liquido bianco.

Ora la divinità si moltiplica, ad ogni movimento si sdoppia, creando un mandala basato sulla sua stessa immagine, per poi ritornare in primo piano sempre inseguito dalle sue stesse copie che mostrano ogni movimento mentre esegue l’assolo di chitarra della traccia. Il vicino si avvicina con determinazione all’ingresso con in mano un’accetta e comincia a sfondare la porta. Una volta entrato con la sua maschera d’ossigeno tutto ciò che troverà è un trapano, una pozza di liquido bianco e una bebè che si guarda intorno curiosa. A quel punto, senza indugio il vicino raccoglie la bottiglietta di liquido e si scola ciò che ne rimane dentro.

La seconda e la terza parte di questo trittico le potete trovare qui e qui.

MILLIONAIRE. JONAS GOVAERTS. 2017.

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