GET OFF / METZ (CHAD VANGAALEN)

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UN FUTURISMO WEIRD.

Oggi sotto la lente di ingrandimento Chad VanGaalen, ragazzo canadese dal talento multiforme; cantautore su Sub Pop, illustratore, musicista in varie band indie-rock, collaboratore in varie forme con Sub-Pop Records e ultimo/non ultimo produttore di particolari video per sé e per altri. La sua visione è un particolare punto di vista, quello che molti chiamerebbero weird, visti gli immaginari e i cambi di prospettiva.

L’arte visuale di Chad si basa su un disegno dai tratti inquietanti, dai colori spenti, che è la traduzione di “Get off” dei Metz degli esordi. Band che come da tradizione di questi anni, non ha fatto sconti a nessuno mettendo sempre al centro il loro particolare suono di chitarra, grezzo, noise, distorto e tagliente su cui si poggiano basso e batteria tirando la ritmica fino limiti del post-hardcore che è ciò che ha portato fama e parecchi dischi su Sub Pop alla band. .

Un vecchio dalla pelle grigia, dall’aspetto consumato, con pochi sparuti capelli fissa la strada con occhi spenti mentre guida in un mondo dal cielo violetto. In una mano un piccolo strumento che va ad inserire nei due fori perfettamente pre-posizionati nella zona del terzo occhio. Dopo aver posizionato lo strumento preme un tasto, il suo corpo scompare per un istante, e al suo posto compare il corpo di un motociclista decisamente più giovane e fresco, diciamo una sorta di cliché stile Hell’s Angels con i capelli lunghi, baffi tirati con pizzetto caprino e occhiali spigolosi multicolore stile anni ’80.

Il mezzo guidato dal biker si muove su un cuscino d’aria raggiungendo uno sfasciacarrozze dove il tratto del disegno si fa ancora più sporco e decadente. Il biker scende dal mezzo volante, toglie dalla borsa una sfera verde che galleggia sul palmo della mano, lo sfasciacarrozze si avvicina e con un attrezzo futuristico scannerizza la sfera facendola scomparire. Aprono il bagagliaio del mezzo in cui si vede una specie di mostro con le zampe legate, la bocca aperta e alcune ferite da cui cola un liquido verde. Il biondo sfasciacarrozze lo prende di peso e lo carica sul retro di un vecchio furgone mezzo scassato, mentre intorno ci sono alti muri di macchine incidentate una appoggiata all’altra. 

Il camioncino arriva fino ad una futuristica mano meccanica schiaccia macchine, la mano scende sul furgoncino, lo prende, inizia a stringerlo per piegarlo e farlo diventare un cubo di latta. Proprio mentre il furgoncino è sospeso l’alieno riesce a liberarsi in extremis e toccando un tasto del suo collare si trasforma in un ominide verde che rapidamente muta in una sorta di gigantesca pianta che avvolge il camioncino e la tutta la mano demolitrice. L’addetto alla mano meccanica si avvicina al vetro della sala comandi, e in quel momento la pelle della sua faccia si dilata in avanti e allontanandosi ne sfonda il vetro fino a creare un grande vortice rosa che verrà penetrato dalla massa della pianta in cui l’alieno si era trasformato.

Una volta completata la fusione, il blob esplode e ne esce un cane volante vestito in stile superman che sorridente se ne vola fuori dallo schermo. Guardando lo sviluppo di questa stramba narrazione per i due minuti e venti della traccia e ripensando al titolo di testa, ovvero: “Origins of Smahmpy – The flying retriever” viene da pensare che forse il mondo di Chad sia molto più vasto di quanto abbiamo visto e che sia una multinarrazione che si espande ed avanza video dopo video. O forse no? Bisognerebbe andarli a recuperare tutti e guardarli in ordine di uscita!

METZ. CHAD VANGAALEN. 2013

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