SATORI / THE CLAYPOOL LENNON DELIRIUM (KOICHIRO TSUJIKAWA)

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VERSO L’ILLUMINAZIONE.

Senza mezzi termini oggi parliamo di musica e immaginari strani, o come molti dicono weirdo. Parliamo dell’incontro fra due weirdo di conclamata popolarità.

Sean Lennon, figlio di John Lennon e Yoko Ono, ovvero nascere con l’intriso nella psichedelia del padre e venire cresciuto da una madre che ha sempre suonato e portato le musiche di avanguardia un passo oltre il confine, percorso di maturazione musicale che riesco solo minimamente ad immaginare, ma immagino come qualcosa che ti porta lontano da approcci commerciali e semplicistici.

Con mr. Lennon a condividere il Delirium c’è Les Claypool della cui vita non si sa granchè ma che con basso, approccio vocale e scrittura nei “Primus” ha sconvolto le menti di molte generazioni, riuscendo nell’impresa di raccogliere centinaia di influenze distillandole attraverso la sua personalità ecclettica fino a creare un genere unico, nuovo, perfettamente distinguibile fra andature zoppe, tempi dispari e qui e là aperture psichedeliche (N.B: ai tempi di Win-Amp fra i generi c’era il genere Primus). 

L’incontro artistico fra questi due pesi massimi è l’intento di creare una cosa nuova e “terza” che rimanga in un territorio fresco, in continuo movimento e condiviso. In questo EP i “Claypool Lennon Delirium” mostrano le loro cifra stilistica, il loro stile, confrontandosi con canzoni di band come The Who, Pink Floyd, King Crimson, e Flower Travellin’ Band. La cover in questione è dei “Flower Travelling’ Band” ovvero una band di culto del circuito underground psichedelico giapponese. E proprio giapponese è il responsabile dell’’apparato visuale di questo viaggio, ovvero Koichiro Tsujikawa, artista acclamato, designer, illustratore nonché regista sia per pubblicità che per cortometraggi e con un passato di creatore di video musicali. Questo video “ovviamente” prende il concetto di weirdness di cui sopra e lo riporta in forma visuale.

Un monaco buddista fatto di argilla medita sereno nella posizione del loto in un cubicolo di roccia, la camera si avvicina alla posizione dove sta il terzo occhio quando la roccia della fronte si apre fluida mostrandone l’interno; un mondo alieno dal cielo rosso con al centro il suo “terzo occhio”. Lo zoom continua ad avanzare fino a mostrare l’occhio sospeso su quello che pare corteccia cerebrale. Ondeggia, inizia a rimbalzare sulla corteccia come una pallina di gomma per poi iniziare il suo viaggio rimbalzante. Di punto in bianco si ferma e dalla corteccia escono un paio di dita che “magicamente” diventano le gambe dell’occhio. E l’esplorazione continua. 

Mentre le dita corrono si trasformano in una specie di corpo a quattro zampe e coda tutte in realtà dita di una mano deforme e azzurrina. Una volta preso il ritmo le dita aumentano e il corpo prende il volo rimanendo sospeso a mezz’aria. Poi il corpo si ferma e l’occhio viene sbalzato via, vola fino a scontrarsi e distruggere una notevole quantità di porte numerate, superate le quali riprende a rimbalzare ed esattamente come ad inizio video dalla corteccia escono un altro paio di dita/gambe sulle quali l’occhio cammina.

Il panorama cambia e compaiono denti, nasi, orecchie in volo, così come un enorme occhio, mentre dalla corteccia sbucano innumerevoli dita/gambe che si mettono a danzare in sincrono con le gambe dell’occhio. Dall’alto l’occhio più grande controlla tutto mentre un paio di labbra e una lingua si muovono senza interruzione, come a ricordarci il famoso simbolo dei “Rolling Stones”.

Poi l’occhio viene di nuovo sbalzato in avanti trovandosi solo nella notte a scontrarsi nuovamente distruggendo innumerevoli porte numerate. Ora piove e l’occhio emette luce propria, incontra come ormai da tradizione un nuovo paio di gambe e continua la propria esplorazione. Occhi autoilluminati volano nell’aria mentre un nuovo esercito di dita/gambe si muove a ritmo dell’occhio che guida il gruppo. 

Il ciclo si ripete ancora con l’occhio che distrugge un gruppo di porte e riprende a correre e ripete tutto il flusso di corsa, di evoluzione del suo corpo fino a ritornare a rimbalzare solitario mentre un gruppo di migliaia di dita azzurrine lo accerchiano fino a diventare un’unica entità fatta di dita e con un unico occhio.

Alla fine di tutto l’occhio spicca il volo verso una spaccatura del cielo e l’ultima inquadratura mostra il terzo occhio del monaco finalmente aperto nella sua fronte e pronto all’azione, mentre il monaco si eleva di poco da terra rimanendo sospeso. 

Questo occhio protagonista mi pare un chiaro tributo visivo ai “Residents”, band famosa per posare un doppio petto e un occhio al posto della testa e allo stesso modo mi pare una perfetta metafora delle difficoltà della vita che si ripetono dentro di noi e di come sia difficile riuscire a superare le proprie prove interiori fino ad avere un pensiero puro. E comunque W LA WEIRDINESS per il suo fascino obliquo che dura da decine e decine d’anni.

THE CLAYPOOL LENNON DELIRIUM. KOICHIRO TSUJIKAWA.

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