VITE NASCOSTE, PRATICAMENTE INVISIBILI.
La periferia è tutta uguale. Che tu sia a New York, Berlino, Roma, Ascoli Piceno è tutta grigia, economica, triste e malandata. È fatta di disservizi, brutture, problemi irrisolti e inascoltati. È fatta di disagio e di povertà. A volte è fatta di un collage di buche e marciapiedi rotti troppo in periferia che nemmeno quelle elezioni che fan spuntare ruspe e manutentori stradali a mo’ di propaganda riescono a sistemare.
La periferia è difficile. Spesso è solo una città dormitorio dove la mattina presto si creano code interminabili di auto verso il centro per andare a lavoro e portare i ragazzi a scuola. La periferia è capire da subito il destino che avrai e che quasi sicuramente ti aspetta il lavoro dei tuoi o una qualsiasi occupazione che ti dia una macchina e un televisore a rate, un appartamento in un alveare e poche altre speranze.
La periferia è vite svantaggiate di ragazzi che vorrebbero e conoscono vite migliori ma che anche i loro sogni, le loro speranze sono commisurate alla miseria.
In periferia (sto generalizzando chiaramente), c’è la legge del lupo e della pecora, c’è il piccolo bullo, i delinquentelli, gli sbandati. Ci sono quei tipi che è bene stare alla larga e fai il giro lungo per tornare ed evitare grane. C’è lo spaccio e i ragazzini coi motorini che vanno con una ruota sola. Ci sono le scritte sui muri di vent’anni fa, i lampioni rotti e nessuna fermata dell’autobus.
C’è sempre in ogni città, grande o piccola, una zona che viene detta “il Bronx” da quelli che non ci abitano e spesso è lì che un’amministrazione coi suoi splendidi servizi sociali stipa casi e problematiche al limite, creando volontariamente un ghetto lontano dal centro e partecipando così a tenere alto livello di scontro e degrado. La guerra tra poveri ormai da tanto non mi sembra più un conflitto sociale tra disgraziati fatti di poca sensibilità e poca transigenza, no! sembra sempre più un piano e un trucco di chi amministra…
Ma in periferia ci sono i campetti e in ogni campetto ci sono almeno sei “Maradona” che un giorno saranno notati da qualcuno e scritturati da una squadra importante e la vita svolta ma poi questo talent scout non passa mai e i “Maradona” appassiscono in un’autofficina o a fare i ragionieri.
In periferia ti senti trasparente, invisibile al mondo.
Ma in periferia ci si innamora. In periferia si, come in ogni altro posto del pianeta. In periferia c’è tenerezza e affetto, c’è la bellezza degli sguardi e del tempo ancora da fare. In periferia sono gli sguardi imbarazzati di ragazzine ai primi amori. Prodezze stupide di cavalieri imberbi che sperano di farsi notare. C’è lo spazio per crescere, tubi di lavori antichi come panchine, scalini di palazzi come ritrovi e panchine vere ma malandate qua e là, che radunano vecchi e giovani in parlamenti, e c’è il tempo. Ci sono i discorsi le sere d’estate sul muretto. I progetti di andarsene, di una scuola un po’ più lontana, forse più avanti un’università in città.
Se guardi questo video di NTO trovi tutto questo. Ragazzi e difficoltà. Solitudine e speranze. Piccole violenze o esagerazioni che non aspettano altro che la sfortuna le trasformi in catastrofi e convertano così un bullo in criminale.
E quindi il ragazzo debole subisce insidie e vessazioni. I suoi antagonisti sono uguali a lui, identici e spaventati come lui, a parte il fatto che stanno in branco e quindi son bruti e gradassi.
Non c’è soluzione. Saranno questi gli anni che da grande chiamerà “i più brutti della sua vita”. Sempre con l’ansia di imbattersi in loro, sempre con la paura di subire.
Rifarsi? Vendicarsi e dargli una lezione? Non è il tipo. Non uscire mai per paura? Forse, ma a scuola o a far la spesa ci devi andare e quindi? Provare a non esser visto. Comportarsi come un topo muschiato e procedere strisciando lungo i muri. Muoversi nell’ombra e camminare e correre con strategia: provare ad essere invisibile.
Per qualche incredibile caso, per un fenomeno assurdo e non spigata, al ragazzo appare una luce sotto pelle e una volta braccato dal branco scopre il dono dell’invisibilità.
Impara a gestirlo questo dono. Lo sfrutta e la sua vita cambia. Ecco che arriva un po’ di sicurezza e di coraggio. Ecco che arriva a tratti un po’ di sfrontatezza. Si sente forte ora e grazie a questo incontra lei. Adolescente e debole anche lei. Vessata e braccata anche lei. Con sottopelle le luci dell’invisibilità anche lei.
È un grande amore. Ma i nemici del quieto vivere sono in agguato e se possono rovinare tutto lo faranno.
La traccia musicale è malinconica e cupa, ma su una base dance che ci accompagna e ci suggerisce una trasformazione positiva. In parallelo alle immagini crea un ambiente evocativo e una narrazione suggestiva fatta di piccole evoluzioni, piccoli passaggi dall’invisibilità all’essere presente.
NTO. JEAN-CHARLES CHARAVIN. 2021