L’INQUINAMENTO UCCIDE.
La band di oggi si chiama Francobollo, e no non è italiana, al contrario ha origini svedesi (chissà con il loro accento come pronuncerebbero questa parola?). Come da tradizione più che decennale portano avanti la saga dell’indie-pop svedese, complice un po’ il loro welfare nazionale che aiuta i musicisti e questa voglia di musica divertente intrisa in un buona parte del DNA dei musicisti di quella nazione. La band in questione ha una piccola esperienza, un paio di dischi per l’inglese “Square Leg Records” e poi la totale scomparsa dai riflettori.
Il video è a cura di quel geniaccio di Samuel Lewis, lo stesso che ha fatto il video in stop motion con pupazzi di legno (qui la scorsa recensione) e anche in questo caso ci dà modo di apprezzare le sue qualità comunicative profonde e molto precise nel colpire dritto al cuore.
Nella prima parte del video vengono ripresi uomini nelle loro abitudini più semplici come fare colazione, usare il cellulare, bere caffè o un bicchiere d’acqua.
Il primo dei quattro è ripreso seduto ad un tavolo (come anche gli altri), armato di forchetta e coltello, pronto per la colazione nordica, se non fosse che il tortino nel piatto prima gli sorride e poi si mette perfino a cantare. Il secondo è immobile quando gli arriva una moka di caffè e una gigantesca tazza, che versa con fare insicuro o forse è solo semi addormentato.
Il terzo afferra un bicchiere d’acqua che si scola alla goccia, il quarto invece compare impegnato a guardare e scrivere al cellulare. Fin qui tutto bene.
D’improvviso compare un orologio che mostra come le ore passino veloci, e un attimo dopo l’uomo al telefono è contornato da un gruppo di persone tutte impegnate nella stessa attività.
Qui la cosa inizia a farsi “leggermente strana”: l’uomo al telefono riceve un enorme pacco che contiene una minuscola spilla dei Francobollo che subito attacca al telefono, non facendo minimamente caso a quanta immondizia tra plastica e cartone abbia affianco a sé.
Il primo prova a mangiare una fetta del tortino “canterino”, ma l’esperienza non va a buon fine, perchè dopo aver masticato si estrae dalla bocca un mozzicone di sigaretta. Incuriosito apre il tortino e scopre che dentro è pieno di mozziconi di sigarette, plastiche varie, peli di animali e altri frammenti sconosciuti che guardano con aria di sfida. L’uomo è decisamente schifato e frustrato, così allontana da sé il cibo mattiniero. Così prova a cambiare cibo, ma si ritrova con un hot-dog fatto di palloncini, un porta bibite pieno di plastica e pseudo-patatine fritte fatte con lunghi listelli di plastica. Il bevitore di caffè nel mentre ha accumulato decine di bicchieri di carta che inevitabilmente riempiono il tavolo oltre a poderosi tic da troppa caffeina. Il bevitore d’acqua inizia a accumulare bottiglie di plastica d’ogni genere fino a riempiere lo spazio intorno a sé.
Nella seconda parte del video, oggetti di plastica compaiono come galleggianti su un mare la notte, poi un tappo di plastica si ferma al centro e come per mitosi si sdoppia più volte fino a ricoprire l’intero schermo. I tappi come una perfetta squadra di nuoto sincronizzato si mettono a danzare mostrando e nascondendo lunghe file di mozziconi di sigarette, poi un tappo solista si stacca dal gruppo e diventa un punto che sottolinea alcune parti del testo come fossero sbalzate in un karaoke-bar. Il gruppo di tappi si ritrasforma diventando una bocca i cui denti sono mozziconi di sigarette che cantano in lip-sync.
Nella terza e ultima parte le inquadrature degli umani, tranquilli e beati vanno avanti nelle loro attività anche se intorno a loro le quantità di immondizia aumentano a dismisura e un po’ per volta parte il totale imbruttimento dove tutti e quattro perdono il lume della ragione, i vestiti si trasformano in sacchi dell’immondizia mentre i protagonisti iniziano a mangiare direttamente cartone, plastiche e altre schifezze. Poi uno alla volta i protagonisti muoiono, chi rigettando le plastiche, chi per un infarto, chi invece facendosi esplodere la testa.
In questo video la critica all’inquinamento umano è molto diretta, ci mostra vari tipi di inquinamento, dai cibi che mangiamo, alle plastiche che disperdiamo, ai cellulari che monopolizzano l’attenzione delle persone e ci mostra in maniera cruda cosa la nostra società sta creando e come la maggior parte delle persone continua a non interessarsi di questi temi, ed è per questo che il pezzo si chiama appunto “siamo morti”, perchè se andiamo avanti così saremo sempre più contaminati da microplastiche, scarti industriali, e avvelenamento delle falde acquifere e sarà sempre più impossibile curarci da ciò che noi stessi abbiamo creato.
FRANCOBOLLO. SAMUEL LEWIS. 2018.