THE GROCERY / MANCHESTER ORCHESTRA (JOHNNY CHEW)

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RIEVOCARE UN TEMPO VISSUTO.

Reduce da una collaborazione coinvolgente ed emotivamente laboriosa con la coppia di registi “Daniels” per la colonna sonora del film “Swiss Army Man” (esempio di creatività strabordante, un’avventura paradossale all’insegna di una quantomai rara amicizia tra un giovane naufrago e un cadavere multiuso) la band di Atlanta dei Manchester Orchestra con l’album “A black mile to the surface” si spinge ancora oltre e tocca nuove declinazioni del folk americano, attraverso composizioni a volte delicate, altre epiche, sulla base di liriche scritte e cantate dal frontman Andy Hull, velatamente nostalgiche e intimistiche, come nel caso di questo brano “the grocery” in cui si parla di dubbi esistenziali, suicidio e aldilà cristiano.

Le immagini, o meglio le atmosfere create nel clip dal poliedrico regista losangelino, alludono ad un vorticoso susseguirsi di ricordi, di momenti significativi del passato, che avvolti da un alone tragico si animano come fantasmi tra le mura di una casa disabitata, tra stanze spoglie rivestite da una carta da parati logora e increspata dai colori tenui.

Dalle centinaia di ritratti incorniciati e disseminati nelle stanze, si evince un trascorso stratificato a partire dai primi del ‘900, foto di famiglie in b/n o color seppia, classiche pose di primi amori, gite e rilassatezza, probabilmente tutte esistenze di passaggio in quella vecchia dimora, soggetti che per un arcano “sortilegio” via via assumono connotati macabri – ottimamente realizzati in post-produzione dall’artista Chew tra ritagli ed effetti a volte con gusto grafico “hipster” altre, più conformi all’ambiente circostante –  in cui un sentore di morte cruenta si fa largo espandendosi delicatamente nelle stanze, con un montaggio rapsodico ora rilassato, ora convulso, migrando come uno spirito inquieto di cornice in cornice, tra sottili colate di sangue o bile, frecce infilzate, gocce d’acqua che si insinuano tra le crepe del muro, bruciature e fumo nero che deformano le istantanee, insomma, una travolgente onda che come triste metafora spazza via quei momenti di vita vissuta ormai sepolti da polvere e opaca memoria.

MANCHESTER ORCHESTRA. JOHNNY CHEW. 2017.

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