TWO NIGHT / TIERRA WHACK (ALEX DA CORTE)

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PALLONE VOLANTE NON IDENTIFICATO.

Tutti almeno una volta nella vita ci siamo sentiti troppo grossi e ingombranti per il mondo, come elefanti in una cristalleria che tentano di muovere piccoli passi per non far danni, ma finiscono irrimediabilmente per distruggere ogni cosa.

È forse la stessa ragione che ci porta sempre a simpatizzare per eroi popolari come la creatura di Frankenstein o King Kong: esseri pericolosi, temuti e demonizzati dalla comunità, ma di certo non cattivi; più simili, invece, a bambinoni maldestri e incompresi, capitati nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Il medesimo discorso può universalizzarsi considerando tutte quelle categorie di misfit e minoranze che spesso faticano a inserirsi in una società a loro ingiustamente avversa.

Discriminazione, pregiudizio, bullismo e altre piaghe della convivenza umana costituiscono le basi – purtroppo ancora molto solide – di simili iniquità.

Molti, se possibile, preferiscono la via del conformismo pur di essere accettati dagli altri, benché questo comporti talvolta la rinuncia al proprio modo di essere, all’io più autentico, in un certo senso alla propria identità.

Ma vale la pena nascondere noi stessi, mascherarci dietro norme e convenzioni che sentiamo estranee, solo per sembrare “normali”?

È con questo spirito che andrebbe visto il video confezionato da Alex Da Corte per la rapper Tierra Whack, la cui predilezione per clip eccentrici, grotteschi e (amaramente) ironici non è una novità.

Servendosi di animazione 3D di alta qualità (a opera del britannico TONQ), motion capture ed effetti visivi d’impatto spettacolosamente cinematografico, l’artista venezuelano-americano ci catapulta in un universo digitale che parrebbe estrapolato da qualche recente videogioco dalla grafica fotorealistica.

Ci troviamo in una grande città, il sole splende e la vita scorre come se nulla fosse, con la caotica indifferenza di tutti i giorni. Ad un tratto un’ombra gigantesca e decisamente inusuale precipita la metropoli nell’oscurità.

Un nuvolone tempestoso? Un’eclissi di sole?

A giudicare le reazioni sbalordite dei passanti, verrebbe quasi da azzardare che si tratti di un disco volante in stile Independence Day.

Nulla di tutto questo: quell’enorme oggetto fluttuante che col suo passaggio sta trascinando le tenebre su strade e marciapiedi non è un UFO, non è un dirigibile, non è neanche un aereo a bassa quota… è un pallone da parata di dimensioni ciclopiche!

Questo “mostro” – che riproduce con caricaturale aderenza la medesima Whack – vaga fra palazzi e piazze senza una meta precisa, apparentemente mossa dalla forza del vento, in compagnia di una colossale tartaruga gonfiabile

Il suo outfit brillante, con tanto di parrucca argentata e occhialoni a spirale, suscita stupore e sbigottimento in chiunque alzi lo sguardo al cielo.

Be’, di certo un avvenimento singolare e fuori dal comune, ma innocuo di per sé: che male può esserci in un buffo e decoroso “pallone gonfiato” che vivacizza un po’ il trantran quotidiano?

Purtroppo basta un urto accidentale contro un grattacielo per strappare dal testone del pupazzo i suoi pittoreschi occhiali: un gingillo di qualche quintale che, precipitando da una considerevole altezza, qualche danno al suolo pubblico finisce in effetti per provocarlo.

È la scintilla che farà esplodere una bomba dissennata di odio e di aggressività: inquadrata come una minaccia, Tierra comincia a essere bersagliata sempre più violentemente dai cittadini indignati.

C’è chi le scaglia contro rifiuti, chi si affaccia alla finestra per tagliuzzarla, chi la colpisce armato di arco e frecce, e chi addirittura arriva a lanciare la propria auto dal tetto di un edificio per trafiggerla in mezzo al petto!

Sembra di assistere all’assassinio di Gulliver da parte di un’orda di Lillipuziani.

Un’escalation di follia e spietatezza, una medievale bramosia di devastazione che si rivela anche più perniciosa della povera Tierra, il cui brano – malinconico e orecchiabile al contempo – continua imperterrito a far da sfondo sonoro al tragicomico evento.

Fungendo da agnello sacrificale per la ferocia repressa della brava gente di città, il misero pallone assume quasi connotati cristologici, svelando il marcio sottocutaneo della società medesima: è triste pensare che un tale livello di collaborazione e sostegno reciproci possa essere ottenuto solo in occasione di un’insensata barbarie.

Infine, all’apoteosi della pazzia distruttrice, Tierra viene definitivamente atterrata, e il suo flaccido corpo in foil scompare lentamente tra le fiamme, lasciando i suoi aguzzini fra lo sconcerto e la selvaggia festosità.

Alcuni passanti si limitano a riprendere la scena coi loro telefonini, rispecchiando la diffusissima tendenza di banalizzare eventi significativi trattandoli con superficiale distacco, come un qualsiasi contenuto da social media: ecco un bel TikTok da girare agli amici, una “storia” per tutti i follower…

Altri, un po’ più sensibili, recano omaggi funebri al pallone abbattuto, quest’ennesimo goffo martire della cultura pop. Pure il tartarugone gonfiabile, sopravvissuto al linciaggio, sembra piangere dall’alto la sua sfortunata amica.

Ognuno, infine, diserta la scena, con la solita noncuranza.

Si spera però, magari riguardando uno di quei post su Instagram, che qualcuno possa imparare qualcosa da questa bizzarra vicenda.

TIERRA WHACK. ALEX DA CORTE. 2024.

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