BEACH / MEW (MEW)

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ZIGZAGANDO SOTTO IL GRANDE VULCANO.

Bambini di fronte ad uno strano rito magico in una spiaggia di notte. Inizia così il video dei Mew dal titolo “Beach” per la regia degli stessi danesi Mew dell’ormai lontano 2010. 

Un totem che si illumina e inizia a girare come una giostra impazzita, un evento che non giunge inatteso tra i bambini, anzi loro si preparano indossando occhiali neri e aspettando in fila dentro scarpe da adulti. Uno di loro aziona l’intero macchinario.

 Tutto l’impianto è molto cinematografico, una bella alternanza tra bianco e nero e colore, si spazia nei rimandi da Bergman a Von Trier con un pensiero al vecchio e mai dimenticato Jean Vigo.

“Avrei potuto Zaggare e invece ho Ziggato” è un verso all’inizio del brano che colpisce e spiega anche molto sul senso del video che ha forte aderenza al testo della canzone.

Il mondo che appare in cui immaginiamo proiettati i bambini, che non torneranno più in scena, è un mondo dominato da una forza primitiva ma precisa che raccoglie e libera energia, dove un enorme vulcano vigila con tanto di occhio alla Polifemo su ogni movimento di gas e materia: c’è tanta luce proveniente da diverse fonti, come un sistema multisolare. Quattro buffe figure si muovono per questa terra a passo di danza, leggere.

Sembrano percorrere un paradiso da cui salvarsi, che inquieta e soffoca, guidati dalla fantasia per evitarne le insidie e tornare, alla fine del sogno, a quella spiaggia notturna piena di speranze fanciullesche.

MEW. MEW. 2010.

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