TESORO, MI SI È RISTRETTO IL KEBABBARO.
Ci troviamo nei pressi di una kebabberia, una sera come tante. All’esterno del locale, un giovane inserviente si gode i suoi dieci minuti di pausa fumandosi una sigaretta. Il suo sguardo insoddisfatto e sognatore tradisce un’anima romantica; i baci che le coppiette felici si scambiano di fronte a lui lo tormentano con agrodolce invidia; una coccinella che gli si posa sulla mano lo incanta delicatamente.
Infine il capo lo richiama con tono brusco, e il ragazzo si trova costretto a rimettersi al lavoro. Tra sbuffi e rassegnazione, comincia a maneggiare svogliato i vari ingredienti: pomodori, cipolla, carote…
Poi una svista, e avviene il danno: mentre sta affettando rapidamente un cespo di lattuga, il nostro si procura un taglietto sulla punta del dito. Una piccola scia di sangue gli colora di rosso il polpastrello.
Manco fosse Dario Argento in una memorabile pubblicità dei primi anni 2000, l’emofobico giovanotto sviene alla sola vista della ferita.
Con un drammatico effetto ralenti, quasi come nel preludio di un film horror, la goccia di sangue va a finire in un panino in fase di preparazione, macchiando una foglia di insalata. Gli horrorofili lo sanno: in questi casi, di solito, dal sangue nasce la vita…
Si tratta del gustoso incipit del video messo assieme dal duo creativo Pensacola, divertentissima controparte visiva dell’accalappiante brano di Rami Dawod e Jacob Olofsson, in arte Jarami.
In un concentrato di azione, fantasy e commedia romantica, i due registi immaginano la fuga di un agile ladro da fast food che, approfittando della confusione generale, si frega il panino dal bancone e scappa a gambe levate! Ma non ha fatto i conti con un altro cliente che, mosso da un esemplare istinto di giustizia, si precipita all’inseguimento del lestofante.
Ma il vero twist è offerto dalla svolta alla Richard Matheson che prende la vicenda, quando scopriamo che il kebabbaro – sì, proprio il ragazzo che dovrebbe giacere sul pavimento – è ora ridotto alle dimensioni di uno spillo!
Come l’erede del protagonista di Radiazioni BX: Distruzione uomo, il poveretto si ritrova adesso intrappolato all’interno dello stesso panino che stava imbottendo!
Mentre viene trasportato di corsa per le viuzze della città dal ladruncolo in fuga, il nostro si lascia sballottare fra carne e verdure sminuzzate, finché non scopre che un brandello di insalata (probabilmente la stessa battezzata poc’anzi dall’emoglobina cadente) ha magicamente preso vita.
La foglia gli si presenta con tanto di occhietti e boccuccia… e una voce niente male, dal momento che è proprio lei a fornire il comparto canoro al pezzo in esecuzione.
I guai veri iniziano quando il ruba-panini, pensando di aver seminato il suo rivale, si ferma per assaporare la sudata refurtiva.
Ma gli va male, giacché il giustiziere improvvisato lo raggiunge e gli sferra un bel gancio sul muso, scaraventando il boccone appena addentato sull’asfalto, e con esso anche il mini-inserviente insieme alla sua… verde compagna.
Sarà un’odissea survivalista fra cibarie e rifiuti sparsi al suolo, che, al cospetto del microbico protagonista, assumono ovviamente proporzioni ciclopiche! Mentre la zuffa continua, il piccoletto si trova costretto a ripararsi dietro una confezione di ketchup, minacciato da enormi lattine di birra rotolanti e terrorizzato dall’inquietante presenza dell’insalata canterina.
Ma inquieta solo ciò che non si conosce, e man mano che cresce la familiarità del kebabbaro nei confronti della foglia antropomorfa, i suoi sentimenti di angoscia sembrano mutare in qualcosa di più simile alla comprensione, all’amicizia… o forse persino di più…
Il ladro alla fine ha la peggio e crolla malamente per strada, battendo la testa e perdendo i sensi, ma solo dopo aver calpestato i due malcapitati “ingredienti” senzienti.
I nostri, trafelati e sporchi di ketchup, gli rimangono aggrappati alla suola delle scarpe anche durante il trasporto in ospedale, lottando strenuamente per non cascare come in una rocambolesca scena di Z la formica.
La lattughina non ce la fa più, il kebabbaro prova eroicamente a sorreggerla, ma la forza di gravità li sopraffà e i due cadono sul pavimento della corsia.
Sono malridotti, ma almeno ancora vivi… e insieme.
Meglio non tirare ancora sospiri di sollievo, perché un infermiera in avvicinamento che trasporta un intero cabaret di pillole – un’allusione dei creatori alla loro fonte di ispirazione per il concept del clip? – sta per spiaccicare il lillipuziano inserviente.
Eviterà il disastro soltanto l’intervento dell’insalatina, pronta a gettarsi sotto il piede della donna pur di mettere in salvo il suo benamato compare.
Un sacrificio tragicamente esilarante.
In un effetto domino di slapstick, l’infermiera scivola sulla foglia scagliando in aria centinaia di pillole, che ora piovono come missili a terra. Ha un’aria frastornata, il kebabbaro: una mastodontica compressa sta per frantumargli il cranio, e lui sembra accettare l’assurdità del tutto con un trasognato sorrisetto.
Poi il buio.
Be’, il viaggio nel paese delle meraviglie si è concluso, e Alice può ritornare alla vita vera: ebbene sì, risvegliato dai colleghi, il nostro amico si ritrova nel caro, vecchio fast food. Nient’altro che la vittima inconsapevole di un viaggetto onirico post-taglio!
La normalità parrebbe ristabilita, insomma…
Se non fosse per quel minuscolo berretto che reca il nome del locale e che adesso se ne sta posato sul bancone…
Ma prima che qualcuno si lamenti di un finale a sorpresa così telefonato, i Pensacola chiudono in bellezza piazzando in primo piano l’accoppiamento concitato di due coccinelle.
Quale punchline migliore, per suggellare con beffardo umorismo un piccolo grande capolavoro di pazzia formato mignon?
JARAMI. PENSACOLA. 2018.