I AM / KALANDRA (MARTYNA KOLENIEC)

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CAMBIAMENTI NELLE PROFONDITÀ DELL’ESSERE.

I Kalandra sono un collettivo di musicisti del “grande nord” diviso fra Norvegia e Svezia. Mentre mi appresto a scrivere scopro che suoneranno fra pochi giorni, il 1° ottobre a Torino e il 2 ottobre a Milano. La band è attiva dal 2012 e ad oggi ha prodotto 3 album e 3 EP in cui miscelano musica folk, tradizione nordica, chitarre distorte, vocalità eteree e passaggi oscuri.

La traccia in questione “I am” parte con morbide stratificazioni di arpeggi acustici, un beat elettronico su cui si intreccia un piano ad enfatizzare la parte più emotiva dello spartito creando una bella atmosfera in lento divenire. Entra la batteria, chitarra elettrica e sintetizzatori a fino a riempire tutte le frequenze per poi svuotare il tutto con un passaggio di chitarre elettriche distorte e un tempo sghembo che va a “cadere” nuovamente sulla delicatezza che ritorna a far “cantare” gli intrecci delle chitarre sempre in bilico fra acustico e distorto. Con la continuità della voce che eterea fresca e ipnotica guida il brano per intero. 

Questa altalena di emozioni musicali sono affidate alle sapienti mani di Martyna Koleniec, una vera e propria specialista dello stop-motion, dove tutto ciò che produce è costruito manualmente usando tecniche miste a seconda della sua necessità d’espressione.

Il video comincia con la vista di questa microscopica casa stretta e alta, nel mezzo di un nulla erboso e con uno sfondo nuvoloso. Dentro la casa il fuoco si muove vivo dentro al camino in queste stanza, dove il protagonista un satiro -metà uomo con zampe di capra- torace e testa umane e corna. Ma la sua bellezza sta nell’umanità che traspare del suo volto, dal suo sguardo mentre legge comodo sul divano.

Ora è fuori di casa a tagliare la legna per il fuoco e su una collina vicina vede una satiressa con orecchie da coniglio. Lui la guarda con con occhi impacciati mentre lei gli prende la mano delicatamente. Lei si muove verso la casa, mentre il satiro la insegue e da dentro una demone con la maschera spia la scena da dietro le tende. 

La coppia è a tavola che mangia e parla mentre si presentano tre demoni pelosi con maschere di legno che cercano di ammutolire il nostro protagonista che poi si ritrova a lottare con uno di questi che “purtroppo” solo lui vede e questo lascia lei senza parole. Ora il satiro è seduto a terra in un angolo della casa, proprio vicino alla porta sbarrata ed è completamente preso dalla tortura dei propri demoni che non lo lasciano libero, con un colpo di braccia li allontana giusto in tempo per vedere la faccia spaventata di lei che si muove per uscire di casa. 

In risposta a questo evento il protagonista decide di agire, toglie gli sbarramenti dalla porta che si apre su uno spazio enorme e buio con una lunga scala che porta verso il basso ancora e ancora. Il satiro timoroso scende ma è deciso ad andare oltre, mentre i demoni cercano in tutti i modi di spaventarlo e di fermarlo. 

Raggiunto il fondo della scala, c’è una stanza che ha una parete da cui è stato tolto un solo mattone da cui spunta tanta luce. Steso a terra davanti a quel muro trova un piccolo se stesso che si anima e gli sorride mentre uno dopo l’altro toglie i mattoni, supera il muro e si libera nell’aria con aria stupefatta mentre abbraccia quel piccolo se stesso che gli entra direttamente nel cuore.

Quando il satiro torna in sé, è fuori dalla casa che non ha più quell’aspetto oscuro, c’è il sole, e anche l’erba ha tutto un altro aspetto. Qualcosa nelle profondità di se stesso è cambiato è il suo punto di vista ne è la prova schiacciante. 

KALANDRA. MARTYNA KOLENIEC. 2024.

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