IL FASCINO MONOCROMATICO DELLA QUOTIDIANITÀ.
Conosciamo tutti Jim Jarmusch il regista di culto. Forse meno conosciuto è Jarmusch il musicista. Le sue colonne sonore sono enigmatiche e affascinanti quanto la parte visuale dei suoi film e, a partire da “Only Lovers Left Alive” del 2013, un improbabile viaggio nel mondo dei vampiri, le sue colonne sonore sono anche state composte dallo stesso Jarmusch insieme al suo compagno di viaggio musicale, il produttore Carter Logan. Raramente accompagnate dalle parole, le produzioni musicali di SQÜRL sono un viaggio affascinante nel mondo dei suoni e delle distorsioni, con una gran dose di feedback. “John Ashbery Takes a Walk” nasce come tributo a un poeta culto della scena newyorchese che tanto affascina Jarmusch (non era forse tutto iniziato con il suo minimalista Paterson nel 2016?).
Nel brano la musica fa da sottofondo alle parole poetiche di Ashbery recitate in un soffio con un tocco irreale dalla poliedrica Charlotte Gainsbourg. Cosi come la musica, anche il video che accompagna il tributo, diretto dall’enigmatico Jem Cohen, sembra rimanere ai margini: protagoniste sono le parole. Si inizia con “Le livre est sur la table”. “All beauty, resonance, integrity exist by deprivation or logic…”, legge Gainsbourg, in quello che sembra l’incipit di un manifesto poetico.
La vita scorre insignificante davanti alla videocamera. Una falena a pieno video, attirata dalla luce, cerca di liberarsi dalla gabbia di vetro che la confina e sprizza il volo. Degli uccelli ripresi ignari dall’interno del contenitore che li nutre, ci guardano o guardano il cibo che beccano perplessi. Come se si accorgessero di aver un pubblico, sembrano chiedersi chi osa intromettersi in questi momenti di vita privata. Un gatto o una porzione di gatto, la videocamera è fissata al livello delle sue orecchie, entra nello schermo, si guarda intorno circospetto e scompare. Campo lungo, un bambino gioca nel fango vicino a una casa abbandonata, dilapidata. Le immagini scorrono senza giudizio, senza il racconto di una storia forzata, di un significato forzato.
Dopo due minuti, gli alberi diventano i protagonisti visivi, in un paesaggio desolato, riflessi in uno stagno, ricoperti di neve, bagnati dalla luce del sole in una mattinata invernale, illuminati da una luce perplessa. (“A winter morning in a puzzling light”). Charlotte Gainsbourg ha iniziato la recitazione della stupenda “Some Trees”, mentre il bambino che giocava nel fango, all’interno della casa, in controluce, cerca disperatamente di creare le sue ombre cinesi contro un foglio bianco più grande di lui.
La voce fuori campo, la Gainsbourg si interroga sul significato della silenziosa comunicazione tra gli alberi, un silenzio disturbato dai rumori (“A silence already filled with noises”) mentre un avviso illeggibile invade lo schermo. Forse un avviso di pignoramento, si intravedono le parole: executed, purpose, unica nota di colore insieme a una macchina gialla in movimento lontano sullo schermo confermano la scelta di una tavolozza monocromatica in cui il colore appare solo in brevi, accenti fugaci.
Il video tra l’ululato distante delle chitarre e le parole sussurrate da Charlotte Gainsbourg finisce come era iniziato con un avviso appuntato ad un albero: bianco, privo di contenuto, sbiadito dal tempo.
SQÜRL. JEM COHEN. 2023