SCHERMO COME SCHEMA.
Finalmente ci troviamo a parlare dei Chat Pile, gruppo che è decisamente alla conquista di sempre nuovi fan grazie alla presenza in tanti festival di musica pesante. Il loro sound è decisamente un macigno e si pone perfettamente a metà strada fra il noise-rock e post-hardcore, anche se le loro derive e influenze sono molto più vaste.
In questa traccia come nel disco e nei live tutto picchia forte, la chitarra è abrasiva, il basso è distorto come nei peggiori incubi Godfleshiani, e la batteria suona dritta in faccia, mentre la voce pare una perfetta miscela fra un Nick Cave sotto steroidi e un Henry Rollins senza palestra.
Insomma quattro ragazzi che a vederli salire su un palco non fanno alcun effetto ma che quando li metti insieme creano queste creature sonore fantastiche e violente. Dopo svariati sette pollici, questo è il loro terzo disco, uscito per la benemerita “Flenser” etichetta che ha in poster band come Agriculture, Planning For Burial, Midwife e Have A Nice Life.
Il video è nelle mani, negli occhi e nella mente di Matthew Zagorski, fotografo professionista dal taglio non scontato anche in ambienti canonici, e regista di svariati video musicali per la scena emergente post-hardcore. Quindi, a tutti gli effetti l’uomo giusto al momento giusto.
Il video si apre con interno casa, una scrivania e una mensola ben organizzata immerse in un mezzo buio seguiti da colpi di luce abbaglianti. Un uomo in jeans e felpa con faccia e mani bendate è steso su una marea di detriti in parte consumati da un incendio. Si alza lento e immediatamente cerca di spaccare la prima cosa che trova per le mani per poi fermarsi a guardare le macerie immobile.
L’immagine cambia, l’uomo bendato esce da una bella casa, probabilmente un ricordo, va in un vecchio magazzino pieno di oggetti accatastati dove compra uno vecchio schermo per il computer. Lo porta fino a casa e si avvicina alla scrivania dove da uno schermo nero si vede il volto completamente contrastato in bianco e nero di una donna che lo segue con sguardo, come se lo stesse controllando. Di fianco al letto c’è un altro computer e lo schermo appena preso andrà a posarsi sul comodino diventando la cosa più vicina da cui sbucherà nuovamente la stessa immagine di donna.
È notte, l’uomo cammina con un enorme schermo per il computer, una strana luce di fuoco lo abbaglia, gli fa cadere lo schermo e in breve il fuoco è addosso.
Si sveglia nel letto, e l’immagine di donna sul comodino gli chiede se ha fatto ancora quel sogno, lui gli dice che non c’è niente di sbagliato in lui, ora ha lei.
Nuovamente ci troviamo in cammino con l’uomo che porta un altro schermo per computer (sì, ancora una volta). Entra in casa, dove sul pavimento si vedono cavi intrecciarsi e arrivare fino ad una porta chiusa. Poi l’uomo è seduto al tavolo e di fronte a lui c’è un ologramma della ragazza, parlano finché lui dice: “sono pronto” e lei criptica gli risponde “ci vediamo presto”.
Di seguito vediamo l’uomo con le mani bendate usare goffamente la tastiera, per poi proteggere la propria vista dai colpi di luce che fuoriescono dallo schermo che ha di fronte. Abbassa la testa in avanti ed è come se si fondesse con il computer.
Nell’immagine consecutiva si vede lui apparire dallo schermo di un computer e la ragazza dello schermo è ora libera di aggirarsi per casa e stacca lo schermo.
Questo video di sicuro ci porta a ragionare sui rapporti virtuali, sull’onnipresenza degli schermi sempre accesi nella nostra vita e di come non è poi così difficile perdersi dentro una specie di labirinto, dentro la virtualità dei rapporti.
CHAT PILE. MATTHEW ZAGORSKI. 2024.