POVERE CREATURE.
Veronica Mars (perchè per me Kristen Bell sarà per sempre la mitica investigatrice dell’omonima serie tv degli anni zero) si sveglia placidamente al mattino, aprendo gli occhi si trova di fronte a un aborto di tubero di ghosbasteriana memoria, un coso curioso che un po’ provoca disgusto e un po’ fa pena perché ha quello sguardo nel solo occhio a disposizione che pare dire “Amatemi o abbattetemi, che questa non è mica vita”.
E il povero scrondo ha pienamente ragione, proprio mentre Veronica fa colazione lui inizia a perdere sangue dalla bocca: panico, che fare proprio oggi che la protagonista di questo incubo alla “Basket Case” ha un provino per una parte in un film? Per fortuna accorre nonna in soccorso e la via è libera.
Ma secondo voi con un plot simile le cose potavano finire bene? No, dai, la creatura ha il dramma scritto nel proprio infelice DNA, e oltre a sanguinare inizia a tirare fuori pure un pus verde che pare lo Slime che imperversava nei negozi di giocattoli negli anni 90, mandando inevitabilmente nel panico la povera nonnina.
Proprio mentre la nostra investigatrice preferita sta svolgendo il provino di cui sopra (a proposito, che roba è? La pubblicità di una scuola guida?) arriva la drammatica telefonata.
Veronica corre a casa, agguanta Miseracchio e lo porta dal più vicino veterinario della zona, il quale non potrà fare molto per salvarlo dal suo inevitabile destino (ossia il secchio dell’organico). Veronica è distrutta, il canile delle mutazioni genetiche andate a male non avrà altre brutture uguali a sua disposizione, d’ora in poi lei potrà vivere solo di ricordi, ma dal cielo lo Scrondo la guarda con quel solo languido occhio buttato a caso su quel volto sfigurato, mandandole un ultimo dolce e amorevole saluto.
Scena post credit (assente nel videoclip): Dei loschi figuri scavano nel giardino di Veronica Mars per rubare la salma di Mostracchio e trarne materiale genetico per creare la sostanza alla base della trama della recente pellicola di successo intitolata “The Substance”.
YEASAYER. ANDREAS NILSSON. 2010.
