LA MAGIA DEL CINEMA O DELLA NECROMANZIA.
Di solito, qui a Video Ark, preferiamo altro: ci interessano belle storie di video musicali che possono stare accanto, senza sfigurare, al loro fratello maggiore cinema. Ecco perché non parliamo per lo più di video dove una band strimpella strumenti mentre un direttore della fotografia fa fare salti mortali alla telecamera per rendere il tutto vagamente interessante.
Questa volta però, trasgrediamo alla regola perché ne vale la pena. Perché la storia è molto divertente e perché, poi alla fine, quella band che si agita sul palco e suonicchia a tutta voce, finalmente muore!
Nel panorama musicale contemporaneo, dove il talento è opzionale e l’estetica è tutto, alla fine è colpa nostra… Ci strappiamo i capelli per boy band dai muscoli oliati e per girl group uscite direttamente da una passerella di Lovable (ma in playback). Cosce, carne, bei sorrisi, nemmeno un pelo in metri e metri di pelle levigata. Bellezza a gogo e soprattutto scintillante gioventù! Ma ci siamo mai fermati a chiederci se questa musica, se questo ritmo travolgente ci emoziona davvero o se invece stiamo solo ammirando un bel pacchetto regalo con un magnifico fiocco sopra?
Ecco, consumiamo prodotti musicali preconfezionati, premasticati e predigeriti (quando non indigesti) però venduti con l’abilità di uno chef stellato che cucina pasti surgelati.
È solo immagine ed economia, baby. Un business senza anima, senza personalità e – soprattutto – senza futuro. Ma tanto, chi ci pensa al futuro? Basta che il tutto sia perfetto per Instagram e nient’altro!
Ed è qui che i Foster The People spuntano dal nulla con il loro Houdini e ci fanno un elegante inchino, prendendosi gioco della truffa stessa. Svelano il trucco, stanno al gioco e si mostrano come quei burattini pilotati dal sistema che ogni artista di successo rischia di essere. Con un’inaspettata e gradita sorpresa si prestano ad un gioco critico e pieni di ironia dove interpretano se stessi privati di quella coscienza e libertà che il mercato gli toglie. Sembrano ammettere che sono solo un prodotto e non sono più proprietari dei loro destini, e nemmeno dei loro corpi.
Con il loro mix di pop accattivante e un video che fa il verso al mondo patinato di musica e celebrità, i Daniels (Daniel Kwan e Daniel Scheinert) registi e creatori del video, svelano una realtà ipocrita e truffaldina fatta di fard, muscoli, lampadine lampeggianti e quella vincente miscela di falsità e glamour che imbambola il pubblico e lo rende un consumatore docile. Il tutto condito con un ritmo facile, ballabile e un senso dell’umorismo che li rende i Foster The People più simpatici di quanto il mondo pop spesso si meriti.
Questo è Houdini: la band è intenta a girare un video, strumenti, vestiti, cameramen, troupe televisiva, quando – ops! – una pesante americana piena di fari cade, li schiaccia e li manda direttamente all’altro mondo. Tragedia! Non c’è più niente da fare per loro… ma forse no! Il business dello show deve andare avanti. La morte è solo un contrattempo, solo un dettaglio tecnico da risolvere in fretta per l’imminente concerto e chiaramente il prossimo straordinario incasso. Basta poco: un po’ di tecnologia, qualche trucco teatrale e tanto, tanto cinismo. Ecco dunque che qui la trama del video si fa interessante e surreale: invece di chiamare un’ambulanza, si opta per una soluzione più creativa: rianimare i corpi senza vita della band.
I membri morti vengono preparati, imbracati e rianimati come pupazzi high-tech, manovrati da tecnici in nero che rendono la loro performance più coordinata di quanto non fosse quando erano vivi. Perché si sa, le rockstar sono difficili da gestire, ma da morte, improvvisamente, diventano molto più cooperative.
Ah, il glorioso mondo delle rockstar! Un circo fatto di esibizioni impeccabili, paillettes, Auto-Tune (cioè il software che corregge l’intonazione anche nei live) e un esercito di manager disposti a vendere l’anima (non la loro, sia chiaro) per mantenere la macchina del denaro in movimento. La sincerità? Un lontano ricordo. Qui si tratta di dare al pubblico quello che vuole, anche se la band è tecnicamente defunta. È il compromesso definitivo: una performance memorabile, anche se postuma.
Alla fine, “Houdini” dei Foster The People è un bel video. Una trovata intelligente, ironica, che ti lascia con un sorriso e un pizzico di amaro. Ti fa persino affezionare alla band che riesce a mantenere un’immagine divertente e autoironica nonostante facciano decisamente parte di quel mondo che sbeffeggiano.
E forse, proprio come i miti alla James Dean e Marilyn Monroe, alcune band possono solo sperare in una morte rocambolesca per restare immortali. Perché nel mondo del pop, la vita dopo la morte non è una questione spirituale: è una strategia di marketing.
FOSTER THE PEOPLE. DANIELS. 2012